AI Act, l’avv. Pelino intervistato dalla Radiotelevisione svizzera

L’intelligenza artificiale costituisce il fattore di cambiamento più profondo e più radicale che attraversa oggi il mondo del lavoro, della medicina, dell’economia, dei rapporti sociali e politici. Le opportunità sono senza precedenti, ma per la stessa ragione lo sono anche i rischi: la stessa facilità con cui si traduce un testo senza la collaborazione di un traduttore professionista è la ragione per cui il traduttore professionista vede ridursi la propria attività, e la collettività subisce uno svuotamento di risorse e competenze umane.

Di fatto, l’intelligenza artificiale oggi mette in crisi interi settori lavorativi, rende improvvisamente fragili diritti consolidati (si pensi al diritto d’autore), può determinare l’innesco di lacerazioni sociali estreme, alcune delle quali sono già in atto proprio ad esito dell’impiego di strumenti di manipolazione basati su una riproduzione digitale dell’intelligenza umana: deep fake, bot farm, polarizzazioni drammatiche generate da schemi algoritmici.

L’Unione europea è il primo grande attore internazionale ad avere progettato una normativa sistematica sull’intelligenza artificiale, la proposta di AI Act. Il processo legislativo è ancora in corso. Il 14 giugno 2023 il Parlamento europeo, sullo slancio di un’accresciuta consapevolezza, ha profondamente modificato la formulazione iniziale, rendendola più prossima a un atto normativo di tutela dei diritti, rispetto al “black box” act (sia permessa l’espressione) cui in partenza assomigliava.

L’avv. Enrico Pelino, partner dello studio legale, parla della complessiva tematica e delle sue implicazioni in un’intervista per il secondo canale della Radiotelevisione svizzera – RSI, andata in onda il 14 luglio scorso: l’intervista può essere ascoltata qui.